“Martin Crimp ci consegna un play, un gioco con 17 schemi di partenza diversi: diciassette materiali testuali, sviluppati in dialoghi appartenenti a mondi infinitamente distanti fra loro, pronti per essere messi in scena con l’ironia che precede il caos.
Attempts on her life non sembra altro che uno scherzo, l’estremo tentativo di un drammaturgo erede di Beckett e Pinter di scardinare “il nulla” elevato ad arte dai due maestri inglesi del Novecento e sostituirlo con un altro “nulla”, incredibilmente più assurdo e vuoto. Il Big Bang dopo la guerra atomica, puro terrorismo artistico.
Attraverso questi 17 tentativi di scrittura di una storia che descriva “lei” e che nel frattempo la distrugga, Crimp denuncia la piega salottiera e semplicistica della produzione artistica e della critica d’arte contemporanea.
Questo lavoro di scomposizione delle dinamiche tradizionali di creazione, messa in scena e percezione di un testo, volto a scardinare le convenzioni attraverso le quali esso viene scritto, interpretato, letto, ascoltato, visto e giudicato, è esattamente il tema di cui Crimp ci vuole parlare, evitandolo accuratamente. La nostra attenzione viene deviata e si concentra sulla molteplicità dei tentativi di racconto. L’autore sembra mirare esattamente alla confusione, al non-sense, alla diversificazione, creando 17 contenitori che non comunicano, e non vogliono comunicare, alcun contenuto.
Anne, la non-protagonista, è il pretesto per mettere in piedi un lavoro teatrale, per far partire la macchina, è il catalizzatore di attenzione che sempre sfugge alla definizione; in ogni scena “lei” è fonte di un dibattito diverso, che inganna con falsi rimandi a precedenti descrizioni, che incastra attori e registi non appena tentano di cucirle addosso un personaggio. Crimp evita qualsiasi domanda, qualsiasi impegno e ovviamente, qualsiasi risposta; eppure, ci sfida, creando uno specchio del caos contemporaneo.
È una parte della teoria della comunicazione a saltare: l’emittente diventa codice, il ricevente diventa canale. Lo spettatore e la sua attenzione infatti sono gli strumenti attraverso i quali la cultura si ribella al modello, escogitando messaggi autoreferenziali che probabilmente non verranno mai ascoltati né compresi. Un saggio di questo attentato alla cultura, veicolo di assenza, è dato proprio dalla prima scena dove Tutti i messaggi sono stati cancellati: parole incise sulla segreteria telefonica che lo stesso autore dà la libertà di non rappresentare.”
Federica Cecco
Il concept della scenografia riprende le linee guida della regia: ci troviamo in un non-luogo, un posto non definito dove gli oggetti e lo spazio vengono solo accennati da pochi segni visibili. Come all’interno in un sogno, dal buio dei ricordi emergono immagini e volumi che richiamano alla mente dello spettatore luoghi familiari e riconoscibili. Linee fosforescenti che disegnano nell’oscurità della scena i luoghi dell’azione generano uno spazio indefinito ma riconoscibile dove gli attori agiscono e interagiscono col pubblico (che non è seduto in sala ma all’interno della scena). Lo spazio scenico è semplice ma allo stesso tempo perfetto per uno spettacolo come Attentatai alla vita di Lei che richiede la massima elasticità e cambi scena molto rapidi e puliti.
Lo spettacolo ha debuttato al TeatroDue di Parma il 19 dicembre 2014
Regia: Francesco Lanfranchi
Assistenti alla regia: Camilla Carniello, Gaia Gastaldello e Ippolita Signorelli
Collaborazione alla drammaturgia: Francesco Bianchi e Ippolita Signorelli
Scene: Luca Giombi, Martina Pozzan e Giovanna pozzato
Costumi: Federica Cecco e Matteo Lelli
Luci: Claudio Coloretti
Video: Andrea Pertegato
Musiche: Georges Delajoux, Chiara Girlando, Katerina Matijevic e Walter Stefani
Fotografie: Michele Lamanna e Martina Pozzan