La storia semplice e agghiacciante di un soldato. Wozzeck non è che questo: un soldato che fa anche il barbiere e la cavia da laboratorio.
In un sistema disumano di violenza e volgarità, dove la prostituzione si sostituisce alla fedeltà e gli abusi sono l’unica regola dei rapporti di potere, Wozzeck viene quotidianamente schiacciato. Un ambiente post-industriale, una selva di suoni stridenti, urla disperate e visioni nebbiose. Questi gli elementi di un Wozzeck riadattato da Csaba Antal in una prosa asciutta e contorta, estratta dal libretto espressionista di Alban Berg. Il rapporto del protagonista con i suoi superiori, come quello con la madre di sua figlia, si delinea attraverso tinte forti e si veicola in modo fisico, corporale.
All’interno del laboratorio di allestimento teatrale tenuto dal professor Csaba Antal presso l’università Iuav di Venezia della durata di cinque settimane si è allestito l’intero spettacolo del Wozzeck di Alban Berg partendo dall’analisi drammaturgica del testo alla messa in scena vera e propria progettando e realizzando le scenografie, l’attrezzeria e i costumi.
Lo spettacolo ha debuttato al Teatro Malibran di Venezia e ha avuto altre repliche presso il teatro Principe di Palestrina, il Venice Open Stage di Venezia e al International Theatre Festival Interferences di Cluj Napoca in Romania.
La scenografia richiama un mondo freddo e post-industriale, un luogo indefinito composto di acciaio e ferro arrugginito La scena presenta pochi elementi funzionali e simbolici che rimandano ai luoghi del dramma: la squallida casa di Marie, la caserma, lo studio medico e il lago dove i protagonisti troveranno la morte.
Gli spettatori vengono immersi in questo spazio inquietante e freddo e assistono allo spettacolo in piedi accanto agli attori e possono camminare sul palcoscenico e girare attorno agli elementi: un toro meccanico, un tavolo per autopsie, un vecchio passeggino e una parete nera con sinistre incisioni.
Scene, luci e costumi creano immediatamente quell’effetto straniante ed sgradevole che il libretto di Alban Berg e il testo teatrale di Georg Büchner descrivono magnificamente. Uno spettacolo viscerale che colpisce immediatamente lo spettatore spiazzandolo di fronte a scene di violenza e crudeltà che fanno parte della quotidianità della vita dei protagonisti del dramma.
Regia: Csaba Antal
Scene: Alberto Favretto, Elena Ajani e Luca Giombi
Costumi: Matteo Lelli e Giovanna Pozzato
Fotografie: Giulia Bevilacqua