Certo lui non sa è l’anagramma di Un Re in ascolto, racconto di Italo Calvino.
Lo spettacolo (o meglio, appunti per uno spettacolo) è stato pensato, progettato, realizzato e messo in scena nell’aula-teatro della Scuola di Scenografia dell’accademia di Belle Arti di Urbino esclusivamente per 30 spettatori.
Proprio perché lo spazio che ci ospita è anche la nostra aula di scuola, abbiamo pensato a questo lavoro come uno studio e non come uno spettacolo compiuto.
Prima di iniziare la classe ha effettuato approfondite ricerche sull’argomento scoprendo che questo racconto ha una sua origine melodrammatica: intento di Berio e Calvino era mettere in scena tale racconto.
Questo lavoro travagliato aveva un punto di riflessione comune tra i due autori: un saggio sull’ascolto di Roland Barthes. Tale saggio, usato come sotto-traccia, è lo scheletro dentro il quale abbiamo innervato tre variazioni sull’incipit del racconto di Calvino. Abbiamo quindi immaginato tre variazioni, suddivise in tre luoghi fisici dell’aula.
Tre variazione su un tema ripetuto:
1° Lo stato solido
La prima variazione riguarda la percezione e l’idea è quella di abbandonare lo spettatore a se stesso, a specchiarsi nelle parole del testo.
2° Lo stato liquido
Nella seconda variazione invece affrontiamo il testo in maniera quasi rituale, interpretandolo e facendo agire gli attori nello spazio.
3° Lo stato aeriforme (o gassoso)
Nell’ultima variazione i segni stratificati si con-fondono con le forme e le immagini, migrando dal testo, e la sua pantomima, in una scaramuccia tra due suggeritori impazziti. In estrema sintesi, centro del nostro studio è stato l’atto dell’ascolto, vero protagonista dello spettacolo: l’ascolto come semplice allarme, indizio; la sua decodifica; l’assenza di un vero significato o decifrazione, filtrati dal senso incerto del contenuto.
Il mio ruolo è stato quello di assistere gli studenti del biennio specialistico nell’ideazione e di partecipare attivamente alla realizzazione vera e propria delle scene, dell’attrezzeria e dei costumi e in ultimo luogo di recitare una piccola parte nello spettacolo.
Ideazione e regia: Francesco Calcagnini
Scene, costumi e luci e video: Accademia delle Belle Arti di Urbino
Fotografie: Studenti Acceademia delle belle arti di Urbino