L’Accademia di Belle Arti di Urbino e il Rossini Opera Festival hanno avviato un rapporto di collaborazione volto alla formazione degli studenti della scuola di scenografia, al fine di realizzare un percorso didattico di conoscenze tecniche e teoriche da parte degli allievi del mondo del teatro e delle opere liriche. Gli studenti del biennio specialistico e del terzo anno della sezione hanno curato la progettazione delle scene e dei costumi, con relativa parziale realizzazione, dell’opera Demetrio e Polibio di Gioacchino Rossini prevista nel programma del Rossini Opera Festival 2010.
La scelta del regista Davide Livermore è stata quella incentrata sulla rievocazione di fantasmi, di personaggi rivelati medianicamente a luce di candela. Questi spiriti non sono altro che la stessa famiglia Mombelli, committenti e primi attori dell’opera. In un palcoscenico che si va svuotando, appaiono e scompaiono dalla polvere i personaggi del Demetrio e Polibio.
Non vi è quindi la necessità di progettare una vera e propria scenografia, bensì piuttosto l’esigenza di restituire al palcoscenico un vuoto fatto di corde, di botole, mantegni e delle americane luci. In questo spazio emergono cantinelle, tiri contrappesati, costumi e bauli abbandonati.
L’idea è quella di ribaltare la visione tradizionale del teatro affinché gli spettatori vedano lo spettacolo come se fossero seduti nel retropalco. Un grande sipario rosso con apertura imperiale chiude il fondo della scena. File di lunghe aste in ferro a cui sono appesi consunti vestiti di scena, scendono dalla graticcia quasi a formare un sipario. Tutti i cieletti e le quinte sono ribaltati, smascherando i telai in legno e i segni del tempo.
Seguendo questa traccia registica i costumi cercano quindi di ricalcare un Ottocento volutamente oleografico, senza gli eccessi del melodramma, appena un po’ impolverato: semplicemente, gli stessi abiti che avrebbe potuto indossare una famiglia borghese del tempo, come quella dei Mombelli.
Effetti speciali e trucchi da illusionista contribuiscono a regalare ai fantasmi quella magia che li rende presenze soprannaturali ed eteree.
Regia: Davide Livermore
Scene e costumi: Accademia delle Belle Arti di Urbino
Luci: Nicolas Bovey
Fotografie: PH Rossini Opera Festival