Per l’opera The Turn of the Screw di Benjamin Britten è stata concepita una scenografia “senza tempo” semplice ed efficace che possa riproporre in un unico luogo l’ambiente esterno ed interno richiesto dalla drammaturgia e allo stesso tempo creare uno spazio surrealistico dove due mondi differenti ma simili vengono sovrapposti, intersecandosi omogeneamente fra loro.
La collina, che dapprima risulta semplicemente un elemento realistico, assume un significato metafisico non appena le stanze della residenza di Bly si appoggiano su di essa, sconvolgendo così la visione dello spettatore.
La natura selvaggia e misteriosa della collina è una perfetta cornice per le vicende che andranno a tessere la trama dell’opera. Allo stesso tempo le camere con i loro movimenti (verticali e obliqui) contribuiscono a definire la drammaturgia della storia. La scenografia permette un’infinita possibilità di movimenti e di soluzioni per i cambi scena al servizio della regia e della drammaturgia. È stato pensato anche un tulle che separa il proscenio dal resto della scena che fungerà da sipario e dove verrà proiettato un video.
Tutti gli elementi inseriti sono necessari e pensati in modo da ricreare le sensazioni che l’autore voleva suscitare nel suo pubblico: mistero, paura, instabilità e solitudine.
Descrizione della scenografia
La scena comprende una pedana costruita e scenografata in modo tale da riproporre una collina erbosa con parti di roccia e terra. Ai lati della pedana sono presenti due quinte scenografate come pareti rocciose con alcune tracce di muschio. Attorno alla collina si stagliano cinque alberi scheletrici. Tutto la scena è circondata da un ciclorama in PVC.
Dalla graticcia scendono le tre stanze della residenza di Bly: la camera da letto di Miles, il salone con il pianoforte e lo studio. Tutto l’arredamento è fissato alle tre pedane in modo tale da permettere a queste di potersi alzare e inclinarsi senza che i mobili si muovano.
Descrizione dei costumi
Cappotti, giacche e camicie sono gli indumenti principali che sono stati scelti per questo allestimento. Essendo molto semplici assecondano perfettamente la scena contribuendo a creare uno stile non databile storicamente.
Le linee pulite e i tessuti color pastello rendono gli abiti impersonali ma non per questo insignificanti. L’aggiunta di piccoli particolari nel costume e negli accessori aiuta definire il carattere dei personaggi che li indosseranno.
Regia: Francesco Marchesi
Scene e costumi: Luca Giombi